3. Araju e asfodelo

3. Araju e asfodelo

  • Percorso Demo - Etno - Antropologico
  • Sottopercorso Alla scoperta di Loculi
  • Installazione Via Cairoli

Le mani sapienti di Pasqualina, indirizzate da delicata e antica maestria, guidano l’araju, un ago fatto di osso animale, nell’intreccio poetico dell’asfodelo atto alla realizzazione di varie tipologie di piccoli utensili per l’uso quotidiano.

L’Asfodelo mediterraneo (iscralea in sardo) è una pianta perenne e spontanea tipica del bacino mediterraneo. Dalla forma eretta e vistosa può essere alta fino a 150 cm e adorna con i suoi fiori gli ampi spazi e panorami della Sardegna da febbraio a maggio.

Le sue radici tuberizzate, in periodi di carestia, furono utilizzate come alimento. Dalla pianta si ricava un ottimo miele e il suo fiore, in Sardegna, viene spesso riportato come disegno nella tessitura, nella ceramica, nell’intarsio.

Dalla parte midollare del fusto di Asfodelo si producono i nastri per l’intreccio e realizzazione di cestini e di piccoli utensili. Questa attività, a Loculi, come in altri paesi della Sardegna, è molto sentita. Originariamente veniva tramandata da donna a donna come elemento essenziale dell’economia familiare, mentre in epoca recente è stata tramandata a più persone anche per hobby e col fine di valorizzare un’arte antica e caratteristica. Custodi e protagoniste della promozione dell’arte dell’intreccio a Loculi, sono Tzia Italia Piredda, oggi scomparsa, e sua figlia Maria Grazia.

La lavorazione dell’asfodelo implica una preparazione che può durare diversi mesi.

A inizio primavera, che a Loculi coincide con la fine di marzo, la pianta viene raccolta ancora verde, compresa di bulbo e lasciata essiccare per un lungo intervallo di tempo. A termine del periodo di essicamento,  si procede con la separazione della corteccia dalla parte interna del fusto. Con l’aiuto di su araju, dalla parte interna, detta anche midollare, si da origine all’intreccio, modellato per creare una grande varietà di utensili usati nella vita quotidiana, come ad esempio: sas sportas, per il trasporto della farina, fave o altri alimenti; su canistedhu per riporre il pane carasatu, tra la prima e la seconda fase di cottura (di carasare); sas canistedhas per contenere il pane carasatu a tavola e altre forme di piccoli cesti per dolci e altre funzioni.