9. Su Ballu

9. Su Ballu

  • Percorso Demo - Etno - Antropologico
  • Sottopercorso Tra identità e tradizione: fasi della vita
  • Installazione Piazza San Leonardo

All’interno della corte de Sa Domo de Sas Artes e de Sos Mestieris, Federica e Mauro aprono le danze, seguiti da Francesca e Pier Nicola, a distanza di qualche minuto. Tutti e quattro indossano il vestito tradizionale di Loculi.

Il ballo praticato è Su Ballu sardu. Questo termine, spesso riferito al plurale come balli sardi, identifica l’insieme delle danze folkloristiche tipiche della Sardegna. Sulle origini del ballo sardo non si sa molto. Si ritiene che possa derivare dalle cerimonie sacre preistoriche celebrate per propiziarsi una caccia abbondante, o un buon raccolto, e che rappresentasse non solo un divertimento, ma fosse anche l’espressione di una collettività. I balli maggiormenti diffusi sono Su Ballu Tundu (la danza circolare), Su Passu Torrau (il passo ripetuto), Su Ballu Seriu (il ballo posato).

Su Ballu è tramandato oralmente, per generazioni, all’interno del contesto familiare e sociale di origine. Dalla fine degli anni ’90 il ruolo fondamentale di conservazione, insegnamento e comunicazione del ballo è portato avanti anche e soprattutto grazie alla presenza capillare e fondamentale dei gruppi folk, in tutti i paesi della Sardegna, e alla loro costante partecipazione agli eventi, celebrazioni e festeggiamenti vari dell’Isola.

A Loculi è presente il Gruppo Folk Sa Defessa.

I movimenti di Su ballu sono enfatizzati dalla policromia decisa del vestito tradizionale, qui nella declinazione loculese, che riporta la mente a tempi lontani in cui l’abito sardo rappresentava l’insieme degli indumenti con i quali ci si vestiva.

Ne esistevano varie tipologie: l’ordinaria per la quotidianità e l’elegante, per le grandi occasioni. Le donne generalmente usavano solo la camicia e la gonna e in caso di sopraggiunta vedovanza, tingevano i componenti del costume di nero, in segno di lutto.

A Loculi sono conservati alcuni abiti femminili originali, mentre dell’abito maschile è rimasto solo qualche indumento.

L’abito tradizionale femminile è stato utilizzato fino al 1930-1940, per poi essere indossato solo in occasione del matrimonio, ed è costituito da diversi elementi di seguito descritti:

  • Su Muccatore è il fazzoletto da riporre sul capo. Marron e di forma quadrata, è arricchito da ricami a motivo floreale realizzati con canutiglia dorata, paillette e perline. È indossato piegato a triangolo, con i lembi incrociati sotto il mento e fermati all’interno all’altezza delle orecchie;
  • Sa Camisa è una camicia bianca in cotone, con ricami su colletto, petto e polsini. L’ampiezza del tessuto è ridotta con una plissettatura ricamata con motivi stilizzati e geometrici, su coro. Altri ricami arricchiscono scollo e polsini, sas baghiglias e su traforu. Bottoni in lamina e filigrana d’argento bagnata in oro chiudono il colletto;
  • Su Casseddu, indossata sotto la camicia, è una canottiera di cotone, ricamata a intaglio e priva di maniche;
  • Su Zistillu, indossata sopra la camicia, è un corpetto nero e viola in velluto operato a fiorami su fondo verde, di ridotte dimensioni. Bordato con fettuccia color lilla e rifinito nella parte posteriore con passamaneria nera e rossa in cotone, è chiuso sul davanti con un laccetto;
  • Su Zippone è un giacchino nero in seta operata a fiorami viola, bordato con passamaneria nera in cotone a fiorami policromi. La fodera è in cotone rosa stampato. Privo di abbottonatura, è aperto sul davanti. Le maniche lasciano fuoriuscire i polsini della camicia;
  • Sa Vardetta, indossata sopra una sottogonna bianca in cotone con bordo in pizzo, è una gonna nera in orbace, interamente plissettata ad esclusione del pannello frontale, e bordata in vita con velluto bordeaux. Ha un’ampia balza in broccato bordeaux a fiorami bianchi, bordata con passamaneria dorata, tessuto che rifinisce anche la fascia in vita e le due aperture anteriori.

Per la descrizione del vestito tradizionale maschile di Loculi si rimanda alla foto 10.